Si ritiene che le oreficerie più antiche siano quelle rinvenute negli scavi di Ur (Babilonia) che risalgono alla fine del IV millennio; la fattura mostra che all'epoca della loro esecuzione esisteva già una tradizione orafa di molti secoli.
Anche in Egitto (sfera cui appartengono le più superbe opere di oreficeria dell'antichità) un'antica tradizione orafa è rivelata dalle raffinate opere rinvenute nelle tombe delle prime dinastie (tombe di Abydos e di Nag'el-Deyr).
A cominciare dal II millennio, quando oramai erano note le varie tecniche di quest'arte (sbalzo, graffito, filigrana, granulazione), si trovavano i segni di un'attivissima osmosi commerciale e stilistica in tutto il mondo mediterraneo-mesopotamico.
Dai gioielli aurei di Troia si passa alla produzione di Creta minoica (gioielli di Mochlos e Mallia) e infine a quella minoico-micenea, che trova la sua più alta espressione negli ori di Micene, Dendra e Vaphiò, con maschere, pettorali, orecchini, diademi, anelli, vasi di ogni genere.
Modesta è in confronto la produzione greca di età geometrica, limitata a diademi d'oro nastriformi con decorazioni geometriche.
L'influsso orientale dette nuovo impulso alla produzione di oreficerie nel secolo VIII a. C., sia in Grecia (Rodi), sia in Etruria con gli splendidi complessi delle tombe orientilizzanti di Cerveteri e Palestrina; al repertorio figurato orientale dove si unì una raffinata tecnica della granulazione.
In Etruria continuò, nel secolo VI a. C., una produzione di gusto ionico, mentre nella Russia meridionale, si diffusero ricchisimi e spesso pesanti gioielli di stile misto greco, persiano e scitico.
Se la produzione greca di età classica fu scarsa essa riprese in abbondanza in età ellenistica, con gusto raffinato, ora sovraccarico.
Ricca invece ma non particolarmente raffinata è la lavorazione di oro in epoca romana derivata sia dalla filone italico sia da quello ellenistico; i gioielli vennero lavorati dagli orefici con pietre dure, gemme, smalti colorati, spesso con l'inserzione, in collane e orecchini di monete auree.
Ben poco rimane dell'oreficeria Bizantina dei secoli VI-VIII; decimata nel periodo iconoclasta dalle distruzioni nelle epoche successive e i saccheggi.